venerdì 9 gennaio 2009

IL 6 E 7 GIUGNO IN EUROPA SI VOTA PER IL RINNOVO DEL PARLAMENTO

Riceviamo dal sito del Partito Socialista Europeo e volentieri pubblichiamo
giovedì 8 gennaio 2009
Sabato 6 giugno pomeriggio e tutta la domenica 7, i cittadini italiani saranno chiamati a eleggere i 72 rappresentanti nazionali al Parlamento europeo, che conterà un totale di 736 membri. Nel 2010, se sarà entrato in vigore il Trattato di Lisbona, la delegazione italiana salirà a 73 eurodeputati (su un totale di 754). In alcuni Stati membri le elezioni si terranno già il 4 giugno, ma i risultati saranno resi noti solamente il 7 sera, dopo che le urne saranno state chiuse in tutta l'UE.
Dall'adesione della Romania e della Bulgaria, nel 2007, il Parlamento europeo conta un totale temporaneo di 785 deputati, di cui 78 italiani. Il trattato di Nizza, attualmente in vigore, prevede un'Assemblea composta di 736 deputati, di cui 72 italiani. E' su questa base che si svolgeranno le elezioni in tutta l'UE, dal 4 al 7 giugno. In Italia, il governo ha deciso di chiamare i cittadini alle urne il sabato 6 giugno pomeriggio e la domenica 7 tutto il giorno, mentre in altri Stati membri - come il Regno Unito - si voterà già il 4 giugno. I risultati, però, saranno svelati solamente il 7 sera, quando le operazioni di voto saranno terminate in tutti i seggi elettorali dell'Unione europea. Durante il Vertice dell'11 e 12 dicembre, i capi di Stato e di governo dell'UE hanno ottenuto dall'Irlanda l'impegno a ripetere il referendum sulla ratifica del Trattato di Lisbona. Se il popolo irlandese, anche grazie ad alcuni concessioni, si pronunciasse a favore della ratifica, ribaltando la precedente consultazione che ha fermato la riforma istituzionale, il Trattato di Lisbona potrà entrare in vigore nel 2010. Ciò avrebbe delle conseguenze anche sul numero di deputati al Parlamento europeo. Infatti, questo trattato prevede un totale di 751 deputati. Rispetto al numero previsto dal trattato di Nizza, diversi Stati membri vedrebbero innalzarsi il numero di deputati: la Spagna ne avrebbe 4 in più, la Francia, l'Austria e la Svezia 2 e Italia, Regno Unito, Polonia, Paesi Bassi, Lettonia, Slovenia e Malta uno. La Germania, invece, ne avrebbe 3 in meno (si veda la tabella più sotto). Con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona, gli Stati membri che hanno diritto a deputati supplementari vedranno aumentare le loro delegazioni. Ma, visto che non è ipotizzabile che tre deputati tedeschi eletti nel giugno 2009 rinuncino al mandato l'anno successivo, i capi di Stato e di governo hanno convenuto che, a titolo temporaneo e fino alla fine delle legislatura nel 2014, il Parlamento europeo sarà composto di 754 membri. E' peraltro possibile una nuova modifica del numero di deputati in caso di nuove adesioni all'UE. Per poter votare alle elezioni europee, il cittadino italiano deve aver compiuto il 18° anno di età ed essere iscritto nelle liste elettorali. Sono anche considerati elettori i cittadini degli Stati membri dell'UE che, a seguito di formale richiesta presentata entro tre mesi dalla tornata elettorale, abbiano ottenuto l'iscrizione nella lista elettorale del comune italiano di residenza. Per poter essere eletto al Parlamento europeo come membro della delegazione italiana, invece, occorre aver compiuto 25 anni entro il giorno delle elezioni. Sono inoltre eleggibili cittadini degli altri Stati membri dell'UE che siano in possesso dei requisiti di eleggibilità previsti dalle leggi italiane e che non siano decaduti dal tale diritto nel loro Stato membro di origine. Le norme europee e italiane prevedono una serie di incompatibilità con il mandato al Parlamento europeo: Le incompatibilità “europee” La carica di membro del Parlamento europeo è incompatibile con molte altre funzioni a livello comunitario:
  • membro della Commissione europea;
  • giudice, avvocato generale o cancelliere della Corte di giustizia o del Tribunale di primo grado;
  • membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea;
  • membro della Corte dei conti;
  • Mediatore europeo;
  • membro del Comitato economico e sociale;
  • membro del Comitato delle Regioni;
  • membro dei comitati od organismi istituiti in virtù o in applicazione dei trattati UE;
  • membro del consiglio d'amministrazione, del comitato direttivo ovvero impiegato della Banca europea per gli investimenti;
  • funzionario o agente, in attività di servizio, delle istituzioni delle Comunità europee o degli organismi specializzati che vi si ricollegano o della Banca centrale europea.

Le incompatibilità “nazionali” A livello nazionale, il mandato europeo è incompatibile con l'ufficio di deputato e di senatore, con la carica di componente del governo di uno Stato membro e con l'incarico di Presidente di Regione o assessore regionale. Una legge del 2004 ha introdotto le ulteriori incompatibilità con le cariche di consigliere regionale, presidente di provincia e sindaco di comune con popolazione superiore a 15.000 abitanti. Riguardo al mandato di sindaco e di presidente di provincia, tuttavia, la legge italiana prevede una norma transitoria che consente agli eletti al Parlamento europeo nel 2004 di continuare a ricoprire le loro cariche nei rispettivi enti locali fino alla conclusione del mandato nazionale. La ripartizione degli eurodeputati italiani nei diversi gruppi politici Ad oggi, dei 785 deputati membri del Parlamento europeo, 78 deputati sono italiani: 24 aderiscono al PPE/DE (che conta un totale di 288 membri), 17 al PSE (217 membri), 13 all'UEN (44 membri), 12 all'ALDE (100 membri), 7 alla GUE/NGL (41 membri) e 2 al gruppo Verde/ALE (43 membri). Tre deputati fanno parte dei "Non iscritti" (l'equivalente del gruppo misto, 30 membri). Nessun deputato italiano è iscritto al gruppo IND/DEM.

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