sabato 5 settembre 2009

Perchè sono in disaccordo con Piero Fassino


Apprezzo la lettera e l'invito che Piero Fassino ha inviato per appoggiare la mozione di Dario, ma sono da 1 anno e mezzo coordinatore del circolo di Trissino (8500 ab. a nord-ovest di Vicenza) che si trova ad essere da troppo tempo in difficoltà nelle azioni politiche sul territorio e di sostegno al progetto del partito.

Di fatto nel territorio si vive una sorta di scollamento tra il livello nazionale del partito e quello territoriale e comunale. Con grande impegno e fatica abbiano raccolto 50 iscrizioni al nostro circolo. Oltre la metà sono persone mai iscritte ad un partito, gli altri sono stati con me iscritti ai DS e prima ancora al PDS i più anziani anche al PCI. Mi sento quasi una sorta di esploratore mandato in un territorio poco noto dove attorno, negli ultimi 10 anni, è esplosa la lega. Con fatica e con grande entusiasmo, insieme agli altri compagni abbiamo organizzato tre primarie (Unione, Segreteria PD, Circoli). Mi sembra che gli esploratori abbiano perso il contatto con i generali o forse viceversa, tra i responsabili di questa cosa credo che ci sia anche tu, e molti di coloro che erano con Veltroni.

Una prova di questo scollamento lo riscontro nelle modalità di voto del congresso, in una sostanziale inutilità dei passaggi nelle convenzioni di circolo, di provincia ecc. Per poter avere una migliore organizzazione, per avere delle primarie ci vogliono i volontari che le organizzino, ci vuole un minimo di struttura e che le sostenga. In una delle recenti riunioni di Coordinamento provinciale per le convenzioni, sono intervenuto lamentando questo fatto e anche l'amaro di contare poco per certa dirigenza che ha generato questa strana modalità congressuale. Qualcuno mi ha risposto che il passaggio congressuale con le primarie avrebbe quasi purificato certe storture della macchina del tesseramento nelle regioni del sud. Qualcuno è giunto a definire gli iscritti e le strutture del partito zavorra, ora io non condivido per niente questa impostazione, ritengo che nella mia poca esperienza politica di aver dato il mio piccolo contributo a questa straordinaria avventura che è il PD. Vorrei che chi lavora e si impegna concretamente, onestamente, possa contare e si confronti con i cittadini da pari. Questo non sta avvennedo, non avverrà e questo va cambiato nel partito.

Sulla base delle dichiarazioni di Piero Fassino mi sento in obbligo di rispondere con queste mie parole perchè le ragioni del mio dissenso siano altrettanto chiare. Oltre a queste ragioni ve ne sono altre che convergono sulla insufficienza della proposta politica finora attuata. Infatti tutti dobbiamo riconoscere come migliore, alla prova dei fatti, quella impostazione che riconosca due poli nel panorama politico e superi l'impostazione di Veltroni. Dobbiamo confrontarci con alleanze aperte e chiare con chi ora è in grado di costruire un progetto di opposizione e di alternativa politica per questo paese. E' indispensabile che chi parla di territori e di forza democratica federata, o di patti con i circoli, lavori anche per farli crescere e non li consideri pascolo o terreno dove solo raccogliere. Chi sta nelle strutture di periferia chiede a al congresso del PD di uscire dal deserto di sale in cui siamo entrati.

Per queste ragioni da coordinatore del mio Circolo ho scelto Bersani, non penso ad una visone passatista per la ricerca di certezze, ma penso che per poter contare nel mio territorio è necessario organizzazione, chiarezza e semplicità delle proposta, nonchè la capacità di attuarle. Finora questo è stato lasciato alla nostra piccola capacità provinciale e locale.

In questa realtà, che deve averne una nazionale forte a cui richiamarsi, chi lavora nel circolo deve contare anche per la organizzazione politica, deve sentire l'orgoglio che stando dalla parte di chi è debole, di chi ha meno e di chi può perdere tutto in questa crisi, da corpo ai valori della sinistra democratica, popolare e cristiana. Questo è risultato chiaro a tutti i livelli soprattutto dopo la fase delle elezioni amministrative.

Anche da prospettive piccole e ridotte come quella del mio territorio, siamo tutti stati costretti a comprendere che per fare ciò che serve al paese e al PD, non vi sono alternative ad un cambio nella direzione politica del nostro partito. Sono indispensabili prospettive nuove anche per il paese e per poterle realizzare sono inprorogabili quelle azioni di lunga durata che coltivino capacità politiche e intelligenze locali che finora non ci sono state.

Massimo Follesa

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