Pubblicato da quaderni di frontiera: Quaderni di Frontiera é uno spazio di cultura politica, uno strumento di riflessione pubblica che ha come obiettivo quello di alimentare la discussione allargandone il campo a professionalità e competenze. E’ un luogo dove possono incontrarsi e confrontarsi le diverse tradizioni culturali e politiche, sviluppando idee e proposte in grado di contribuire a ridefinire il campo progressista, guardando all’Europa e alle sfide internazionali.
LUNEDÌ 11 GENNAIO 2010
Tanto i "negri" non votano…
di Lorenzo Frixione - Savona -
Rosarno. Un paese che conta circa 16 mila abitanti, affacciato sul golfo di Gioia Tauro.
Rosarno. Un area tradizionalmente coltivata ad agrumi e ad oliveti grazie ad un territorio particolarmente fertile.
Rosarno. Un comune sciolto nel 2008 per infiltrazione mafiosa e da allora retto dal commissario prefettizio.
Rosarno. 5000 immigrati, 23 diverse nazionalità, tra extra-comunitari e comunitari.
Un ghetto, una Soweto italiana in cui il valore della vita umana di un “negro”si calcola in una ventina di euro a giornata.
Vivere per lavorare nei campi, vivere come gli schiavi solo per servire.E non ci sono “Bossi-Fini” che tengano, né regolamenti di flussi, di ingressi e di quote, al massimo regolamenti di conti.
Questo circo deve continuare ad andare avanti perché così decidono i padroncini terrieri e la ‘ndrangheta.L’imperativo è “raccogliere” e per raccogliere ci vogliono le braccia, a bassissimo costo ovviamente.
Per cui cosa c’è meglio di qualche moderno schiavo?
Gli schiavi non hanno bisogno di diritti, non hanno bisogno di assistenza sanitaria, di case dove vivere, di servizi sociali.
Gli schiavi muoiono e se muoiono saranno sostituiti da altri schiavi per consentire alla macchina di continuare a girare, così è e così sarà per sempre.
Però, la storia insegna che qualche volta basta una scintilla, un fuoco o come in questo caso dei colpi di pistola per creare un cortocircuito ed innescare la rivolta.
Così è stato dopo la strage di Castelvolturno, così (ormai più di dieci anni fa) a Villaliterno.La rivolta anche a Rosarno è esplosa, violenta e al contempo coraggiosa.
Una rivolta con modalità sicuramente criticabili, ma che è urlo di disperazione e denuncia.Saviano afferma “Gli immigrati sembrano avere un coraggio contro le mafie che gli italiani hanno perso, poiché per loro contrastare le organizzazioni criminali è questione di vita o di morte”.
E tutto questo avviene mentre gli stessi abitanti di Rosarno invocano l’aiuto della ‘ndrangheta per riportare ordine.Quello stesso ordine che invoca anche il Ministro Maroni affermando “Troppa tolleranza verso gli immigrati”.
Già, la tolleranza zero!Bella la tolleranza zero se si applica contro i disperati, gli ultimi, gli schiavi!
Tanto agli occhi di chi invoca la legalità a fasi alterne e schizofreniche questi uomini sono solo animali da sfruttare.
Bella la tolleranza zero se non tocca il potere mafioso e mantiene intatto il “sistema delle cose”!
E mentre il Governo fa vedere che interviene brillantemente con il trasferimento dei migranti; dei fatti di Rosarno ci ricorderemo solo alla prossima rivolta, possibilmente dopo le regionali.
Ora bisogna andare avanti, lasciare che la campagna elettorale cominci ed anestetizzi le coscienze di ciascuno impregnandole di parole, sorrisi, manifesti, spot ecc.
Tanto nelle varie Soweto italiane non ci sono i seggi elettorali perché i “negri” non votano.
Rosarno. Un paese che conta circa 16 mila abitanti, affacciato sul golfo di Gioia Tauro.
Rosarno. Un area tradizionalmente coltivata ad agrumi e ad oliveti grazie ad un territorio particolarmente fertile.
Rosarno. Un comune sciolto nel 2008 per infiltrazione mafiosa e da allora retto dal commissario prefettizio.
Rosarno. 5000 immigrati, 23 diverse nazionalità, tra extra-comunitari e comunitari.
Un ghetto, una Soweto italiana in cui il valore della vita umana di un “negro”si calcola in una ventina di euro a giornata.
Vivere per lavorare nei campi, vivere come gli schiavi solo per servire.E non ci sono “Bossi-Fini” che tengano, né regolamenti di flussi, di ingressi e di quote, al massimo regolamenti di conti.
Questo circo deve continuare ad andare avanti perché così decidono i padroncini terrieri e la ‘ndrangheta.L’imperativo è “raccogliere” e per raccogliere ci vogliono le braccia, a bassissimo costo ovviamente.
Per cui cosa c’è meglio di qualche moderno schiavo?
Gli schiavi non hanno bisogno di diritti, non hanno bisogno di assistenza sanitaria, di case dove vivere, di servizi sociali.
Gli schiavi muoiono e se muoiono saranno sostituiti da altri schiavi per consentire alla macchina di continuare a girare, così è e così sarà per sempre.
Però, la storia insegna che qualche volta basta una scintilla, un fuoco o come in questo caso dei colpi di pistola per creare un cortocircuito ed innescare la rivolta.
Così è stato dopo la strage di Castelvolturno, così (ormai più di dieci anni fa) a Villaliterno.La rivolta anche a Rosarno è esplosa, violenta e al contempo coraggiosa.
Una rivolta con modalità sicuramente criticabili, ma che è urlo di disperazione e denuncia.Saviano afferma “Gli immigrati sembrano avere un coraggio contro le mafie che gli italiani hanno perso, poiché per loro contrastare le organizzazioni criminali è questione di vita o di morte”.
E tutto questo avviene mentre gli stessi abitanti di Rosarno invocano l’aiuto della ‘ndrangheta per riportare ordine.Quello stesso ordine che invoca anche il Ministro Maroni affermando “Troppa tolleranza verso gli immigrati”.
Già, la tolleranza zero!Bella la tolleranza zero se si applica contro i disperati, gli ultimi, gli schiavi!
Tanto agli occhi di chi invoca la legalità a fasi alterne e schizofreniche questi uomini sono solo animali da sfruttare.
Bella la tolleranza zero se non tocca il potere mafioso e mantiene intatto il “sistema delle cose”!
E mentre il Governo fa vedere che interviene brillantemente con il trasferimento dei migranti; dei fatti di Rosarno ci ricorderemo solo alla prossima rivolta, possibilmente dopo le regionali.
Ora bisogna andare avanti, lasciare che la campagna elettorale cominci ed anestetizzi le coscienze di ciascuno impregnandole di parole, sorrisi, manifesti, spot ecc.
Tanto nelle varie Soweto italiane non ci sono i seggi elettorali perché i “negri” non votano.
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