mercoledì 18 maggio 2011

La nota del mattino 17 maggio 2011


1. POCHE CHIACCHIERE: ABBIAMO VINTO NOI E HANNO PERSO  LORO. IL CENTRODESTRA E I SUOI SOSTENITORI DA IERI TENTANO DI ACCREDITARE LA TESI DI UNA VITTORIA DELL’ESTREMISMO. E’ SOLO PROPAGANDA. I RISULTATI DEL PD PARLANO DA SOLI.  
2. ARRIVANO A META GLI SFORZI DEL PD PER FORMARE IL PROGRAMMA E PER LA RISCOSSA DEL PAESE. IL PD DI OGGI E’ IL PILASTRO DELL’ALTERNATIVA CREDIBILE. BISOGNA SUBITO TORNARE AL LAVORO PER COMPLETARE L’OPERA E COGLIERE LA SFIDA DEL VENTO DEL NORD.
3. PDL E LEGA SI RINFACCIANO LA SCONFITTA. SARANNO ANCORA ALLEATI. MA LA LEGA PAGA IL SOSTEGNO ALLE LEGGI VERGOGNA E L’ATTACCO AI MAGISTRATI. E’ LA PRIMA, VERA PROVA PER I LUMBARD, AI QUALI I RISULTATI DEL NORD TOLGONO MOLTE LEVE PER LA CONQUISTA DELLE BANCHE.


1. POCHE CHIACCHIERE: ABBIAMO VINTO NOI E HANNO PERSO  LORO. IL CENTRODESTRA E I SUOI SOSTENITORI DA IERI TENTANO DI ACCREDITARE LA TESI DI UNA VITTORIA DELL’ESTREMISMO. E’ SOLO PROPAGANDA. I RISULTATI DEL PD PARLANO DA SOLI.  
Non è stato solo un modo di dimostrare la propria soddisfazione per i risultati elettorali. La frase del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, sintetizza la verità di ciò che è accaduto ieri alle elezioni comunali e provinciali: “Abbiamo vinto noi, hanno perso loro”. 
Un coro compiacente di tv e quotidiani è subito accorso infatti a sostenere la tesi che sarà centrale nella propaganda berlusconiana fino allo svolgimento dei numerosi ballottaggi: hanno vinto gli estremisti. Bruno Vespa ci ha impostato sopra tutto il suo programma di intrattenimento serale. Ma è una finta, come quella dei giocatori di calcio che ti vogliono far credere di tirare da una parte per mandare la palla dall’altra. La realtà è che il Pd ha vinto la sfida. “Il centrosinistra vince a Torino e a Bologna e va al ballottaggio a Milano e a Napoli” aveva detto Bersani.  E così è stato. “Vinceremo al primo turno a Milano e se non prendo oltre 50 mila preferenze mi fanno il funerale” aveva detto Berlusconi ed ha perso (ballottaggio con Moratti dietro a Pisapia e 28 mila preferenza). 
Poche chiacchiere, dunque, e attenzione ai dati: 
a Milano il Pd ha preso il 28,63 per cento dei voti (Pdl al 28,7 e Lega al 9,6), seguito da Sel con  il 4,7, dalla lista civica per Pisapia con il 3,86, da Rifondazione con il 3,1, dall’Idv con il 2,5, dalla lista radicale con l’1,7, Verdi ecologisti con l’1,37, Lista civica Milly Moratti con l’1,33. 
A Torino il Pd ha preso il 34,5 per cento dei voti  (Pdl al 18,8 e Lega al 6,85), seguito da I Moderati con il 9,06, da Sel con il 5,6, da Idv con il 4,76, lista civica consumatori con l’1,12, Pensionati e invalidi 0,88 e altre due liste con lo 0,27 e lo 0,22. 
A Bologna il Pd ha preso il 38,27 per cento dei voti, la lista con Amelia per Bologna con Vendola il 10,24, l’Idv il 3,69, Rifondazione l’1,46, Laici socialisti riformisti lo 0,59. 
A Napoli, dove al ballottaggio andrà De Magistris dell’Idv, il Pd ha preso il 16,61 per cento dei voti, l’Idv l’8,13, Sel 3,96, Rifondazione il 3,67 per cento. 
Per non parlare delle altre città e province. A parte Arezzo, Siena, Savona, Ravenna, Lucca, Salerno, Fermo, Olbia, dove il Pd e il centrosinistra hanno ottenuto vittorie immediate e importanti anche per la dimensione dei suffragi, è significativo l’avanzamento nelle città meno attese al Nord o nelle quali si è ottenuto di andare al ballottaggio: a Varese, tempio della Lega, il centrosinistra è riuscito ad andare al ballottaggio e il Pd ha preso il 19,91 per cento dei voti, seguito da Sel con il 4,13, dalla lista civica Varese e Luisa con il 3,99 e dall’Idv con il 2,69. A Novara, altro tempio della Lega finito al ballottaggio, il Pd ha preso il 23,47 per cento dei voti, seguito da Sel con il 4,45, da Rifondazione con l’1,44 e da Pensionati e invalidi con lo 0,74. A Cagliari il Pd ha preso il 18,11, seguito da Sel con il 6,85, da Idv con 3,41, da Rifondazione con il 2,72 e da altre liste locali con risultati minori.  
Insomma, da qualunque punto di visto lo si guardi, il Pd è il pilastro dello schieramento che può
dare l’alternativa alla destra nelle città e in futuro in tutto il paese.  
2. ARRIVANO A META GLI SFORZI DEL PD PER FORMARE IL PROGRAMMA E PER LA RISCOSSA DEL PAESE. IL PD DI OGGI E’ IL PILASTRO DELL’ALTERNATIVA CREDIBILE. BISOGNA SUBITO TORNARE AL LAVORO PER COMPLETARE L’OPERA E COGLIERE LA SFIDA DEL VENTO DEL NORD.
La fortuna aiuta gli audaci, ma arride soprattutto a coloro che hanno lavorato duramente e con sagacia. Questi risultati arrivano alla fine di un lungo percorso di lavoro per preparare il programma per l’alternativa da parte del Pd; arrivano alla fine di un lungo percorso di battaglie quotidiane, di iniziative in piazza organizzate da migliaia di militanti, di riflessioni e di tenuta sulla linea che il Partito Democratico si è dato ed ha confermato ad ogni riunione della direzione, ad ogni assemblea dei circoli, ad ogni riunione dell’assemblea nazionale, ad ogni manifestazione. Con buona pace dei numerosi commentatori che solo per parlare degli ultimi mesi hanno dato per morto il Pd per mille volte.
La verità è un’altra e anche in questo caso non bisogna seguire le finte, ma la palla: come dice  il segretario Bersani il Pd è troppo giovane per aver risolto proprio tutti i suoi problemi e deve migliorare, ma è troppo vecchio per essere un esperimento che non funziona. Al contrario: come dimostra questo voto, e come dimostra la mobilitazione del partito e l’impegno di migliaia di militanti che hanno messo il proprio lavoro per raggiungere questi risultati, l’esperimento funziona. Eccome se funziona.
Il Pd di oggi è il pilastro di ogni alternativa credibile. E mantiene al centro la barra della propria linea politica generale, nata dall’analisi della situazione reale: i problemi dell’Italia, lasciati a se stessi nell’ultimo decennio dominato per larga parte dalla destra, stanno venendo al pettine. “Tutti noi siamo di fronte ad un tornante storico. Dobbiamo affrontarlo con la consapevolezza che i ritardi del paese, la sua crisi profonda, sono il frutto del decennio che abbiamo alle spalle e delle scelte sbagliate compiute sotto il segno del berlusconismo. Per rimontare non basterà un giorno, un mese e nemmeno un anno” ha scritto Bersani in un articolo per Micromega. Per questo il Pd ha messo a punto un progetto di governo che si basa su due pilastri: una riforma repubblicana per rilanciare e irrobustire la democrazia costituzionale e per la riscossa dell’Italia in economia, per il lavoro, per la vita civile. Un progetto da offrire al paese, alle forze sociali, alle forze politiche del centrosinistra e poi anche a quelle moderate, purché saldamente rispettose dei principi costituzionali, per superare il berlusconismo. Non un’alleanza “politicista” per conquistare un posto. Ma un lavoro per la riscossa del paese. Ora, in ogni caso, bisogna chiudere bene almeno questo primo match: si torna al lavoro per vincere al ballottaggio ovunque sia possibile. Il Pd si mette generosamente al servizio dei candidati di centrosinistra ovunque sia possibile vincere contro la destra.
3. PDL E LEGA SI RINFACCIANO LA SCONFITTA. SARANNO ANCORA ALLEATI. MA LA LEGA PAGA IL SOSTEGNO ALLE LEGGI VERGOGNA E L’ATTACCO AI MAGISTRATI. E’ LA PRIMA, VERA PROVA PER I LUMBARD, AI QUALI I RISULTATI DEL NORD TOLGONO MOLTE LEVE PER LA CONQUISTA DELLE BANCHE.
Poche chiacchiere anche per il centrodestra. Berlusconi esce pesantemente ammaccato: per la prima volta il canto della sirena, la straripante presenza in Tv, i giornalisti compiacenti, i terzisti finti che lavorano ai fianchi il centrosinistra e il denaro profuso a piene mani per finanziare la campagna elettorale hanno fatto cilecca.
La Lega pensava di stravincere e invece a perso voti. Ha perso come scrive D’Alimonte su Il Sole 24 Ore in 14 città capoluogo su 15. E soprattutto sa bene che perdere Milano e non essere più il dominus del Nord gli toglierà la leva che contava di usare per entrare nelle stanze dei bottoni delle grandi banche attraverso le fondazioni legate al territorio.
L’alleanza per ora regge. Ma non è detto che regga a lungo.   


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