Mi permetto di rispondere al senatore Paolo Franco, con il quale ci siamo trovati in sintonia quando si è trattato di difendere unitariamente il territorio dell’ovest vicentino dal blocco degli scarichi industriali delle concerie imposto allora dalla provincia di Verona, volendo precisare alcuni aspetti apparsi nell’editoriale del 7 settembre su “officina delle idee”.
Ringrazio per l’apprezzamento relativo all’importanza del nostro percorso congressuale, che porterà ad una vera discussione interna al Partito, arrivando a delineare non solo che tipo di Partito vogliamo costruire, ma anche quali regole interne credibili vogliamo darci. Regole che mettano in risalto l’importanza della territorialità e dell’autonomia delle scelte, arrivando poi alla consapevolezza di voler costruire una alternativa di Governo sia per il Veneto che per la nostra grande Italia unita, lasciando ai vertici di Partito territoriale anche l’autonomia sulle alleanze che dimostrino basi programmatiche comuni e solide.
Soprattutto crediamo alla nascita di un percorso nuovo e diverso rispetto agli ultimi 20 mesi di Partito, incarnato, per chi la pensa come me, nella figura di Pierluigi Bersani, uomo e amministratore prima locale e poi nazionale, concreto e certo di voler dare una identità chiara al Partito.
Metto in risalto questa nostra volontà a “discutere e confrontarci al nostro interno”, prerogativa che non è mai mancata nella vita di Partito, ma con una prospettiva però diversa e sfidante: “lavorare per far si che che questa nostra modalità, già vissuta nel territorio, diventi “modus vivendi” anche dei nostri vertici nazionali.
Su questo Bersani è stato chiaro quando ci ha incontrati il mese scorso: “nasca nel Veneto un laboratorio nuovo”, dove il Partito raggiunga una propria autonomia finanziaria e decisionale, una incubatrice di idee nuove verso future prospettive di governo. Un Partito non più e non solo dei lavoratori (secondo la vecchia concezione di sinistra) ma un Partito del Lavoro e dell’Impresa …
Le prospettive future sono decisamente sfidanti e nuove, e sono un segno tangibile di un Partito veramente nuovo che vuole cambiare pelle, senza però “svendere” i propri principi tradizionali di solidarietà, di uguaglianza e di inclusione, nel pieno rispetto della legalità.
Questo in poche parole il nostro difficile percorso da costruire, e la ringrazio Senatore Franco per l’auspicio che dimostra “rispetto per l’avversario politico” .
Visto che il senatore Franco si è anche permesso di esprimere un giudizio in casa d’altri relativamente ad alcune scelte di Partito democratico su due provvedimenti, uno provinciale e l’altro a Montecchio Maggiore, esprimo anch’io apertamente due concetti che mi piacerebbe vedere anche in casa d’altri: uno sulla vita interna del partito e l’altra sui principi fondanti che un Partito stesso dovrebbe sentire come linfa propria vitale, non solo come slogan per catturare i cosiddetti “ben pensanti”.
In merito alla Vostra vita interna di Partito intravedo scelte che non hanno nulla a che vedere con l’autonomia dei territori nelle scelte interne del Partito. Mi riferisco alle future scelte sul governatore veneto del prossimo anno. “Lasciate che a decidere il futuro candidato governatore del Veneto sia Bossi e Berlusconi ad Arcore?”
Ma allora come si traduce la vostra voglia di essere federali ed autonomistici? Che sbocco terminale hanno le vostre discussioni interne, che so esserci fortunatamente all’interno della Vostra base, se solamente dovete rispondere ad un si signori …? Lasciate che il Veneto venga governato dalle scelte che faranno due lombardi, ai quali riconosco comunque una grande capacità di leadership politica?
In merito invece ai principi e ai valori che contraddistinguono i nostri Partiti, ricordo al Senatore Franco che il sottoscritto è stato l’unico consigliere provinciale che si è astenuto relativamente al provvedimento sui Dirigenti scolastici. La mia motivazione è stata semplicemente mettendo in risalto il fatto che il PDL in quel momento voleva “scimmiottare” la Lega, su un provvedimento che non avrebbe avuto conseguenze sul risultato finale, in quanto arrivato, peraltro, a tempo scaduto e senza la possibilità di incidere a livello né regionale che nazionale. I colleghi del gruppo, in primis il capogruppo Collareda, hanno invece votato quell’O.d.g. in quanto sfidava la Vostra maggioranza ad intraprendere un ricorso al Consiglio di Stato, che avrebbe così messo in risalto le storture presenti, che anzi le va ad accentuare, in quanto a tutt’oggi il problema dei Dirigenti scolastici non è risolvibile, sia perché non tutte le Regioni hanno applicato correttamente le regole e le leggi, sia perché la riforma Gelmini non ha bloccato questa deriva con regole chiare ed inappellabili.
Sul provvedimento di Montecchio Maggiore non mi esprimo quindi non conosco nel dettaglio la questione; posso comunque affermare che se il PDL per una propria strategia e una propria necessità di visibilità come “Partito del territorio e per il territorio” ha voluto “scimmiottarvi”, di fatto, io credo, rafforzando la Vostra posizione nel territorio, il Partito Democratico non ci sta e non rafforza questa volontà.
Il giochetto, di volerci vedere spaccati al nostro interno issando ad eroi pro-Lega i nostri amministratori Collareda e Scalabrin contro le segreterie locali e nazionali, non funziona!!!
I nostri capisaldi non sono i seppur qualificati nostri Amministratori, ma sono i principi sui quali noi crediamo nella nostra azione quotidiana di buoni amministratori: solidarietà, uguaglianza in quanto prima di tutto esseri umani, rispetto della persona, reciprocità nel fermo rispetto delle regole proprie e altrui, inclusione e tolleranza che sono la prima grande base per instaurare una pace sociale serena, dove sia presente la convivenza di credo e culture diverse…
Su questo mi piacerebbe confrontarmi, ancor prima di aizzare spettri di insicurezza o di violenza anche dove questi fortunatamente in molte zone non sono presenti.
Solo così ci si potrà definire un Partito dove è presente anche una impronta cattolica, che si sappia confrontare su basi solide con la Chiesa, contrariamente da quello che i Vostri Leader nazionali fanno pensando che una “visita pastorale” in Vaticano basti per sistemare tutto …
Io credo di stare dentro un Partito che riesce a far vivere questi principi cattolico-democratici, completato da quella grande tradizione social-democratica che ha saputo disegnare un pezzo di storia importante.
RingraziandoLa senatore Franco per lo spunto che è riuscito a far nascere in me nella risposta data, credo senza alcuna polemica ma con la volontà di far nascere dei dubbi interni anche alla Sua componente politica, cordialmente saluto Lei e i lettori del Giornale di Vicenza.
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